L’indagine, promossa dall’Istituto di Storia Politica e Sociale “Venanzio Gabriotti”, è stata
condotta tra dicembre 2024 e gennaio 2025. Hanno partecipato 730 studenti degli istituti di
istruzione superiore di Città di Castello: “Franchetti-Salviani”, “Patrizi-Baldelli-Cavallotti”,
“Plinio il Giovane” e “San Francesco di Sales”. Per poter verificare il mutamento delle opinioni
giovanili nel corso di questi anni, è stato riproposto lo stesso questionario del sondaggio effettuato
nel 2018.
La ricerca ha anche fini didattici, nell’auspicio che gli insegnanti possano usarla per approfondire
temi così importanti insieme ai loro studenti.
In un’epoca così turbolenta e inquietante, che idee hanno davvero i giovani sul fascismo e sulle sue
manifestazioni contemporanee, sulla Resistenza al nazi-fascismo, sull’anti-fascismo e sulla
democrazia? Quando stanno insieme ai giovani, troppo spesso gli adulti tendono a parlare, parlare,
parlare: e a insegnare, giudicare, sentenziare. Non li ascoltano. Eppure sono qui, attorno a noi: per
sapere come la pensano, basta chiederglielo…
Ecco dunque il fine di questa grande indagine a tappeto, che ha permesso di raccogliere le opinioni
di 730 studenti di età dai 16 ai 19-20 anni. I giovani, appunto. Sono studenti nati in genere tra il
2005 e il 2009. Per noi che, mettiamola così, abbiamo una certa esperienza di vita, sembra proprio
ieri l’altro… Hanno genitori nati per lo più tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80: genitori
cresciuti in un clima sociale di benessere ormai acquisito, di consumismo, di televisione dilagante,
di “riflusso nel privato”. Chi può ricordare a questi giovani i duri anni della guerra e della
ricostruzione, dei sacrifici, della partecipazione democratica (con il 94% dei cittadini alle urne), dei
partiti che mobilitavano le folle e riempivano le piazze? I nonni, forse; o i bisnonni, se ne hanno
ancora. È, questo, un preambolo necessario: altrimenti non ci si capisce. Né si capiscono loro, i
giovani.