ELENA GIOGLI
Il cinema a Città di Castello
Nell’introduzione al Quaderno 27 Elena Giogli confida il “cuore” che sta dietro al suo lavoro di ricerca e rivela che il Cinema Eden è stato per lei un luogo di ispirazione frequentato, fin da bambina, nella cabina di proiezione; in questo luogo ha scoperto la sua vocazione di sceneggiatrice e di regista che l’ha resa famosa ai nostri giorni. Nello svolgimento del suo lavoro, l’autrice ha intrecciato in modo esperto la storia del cinema con quella del cinema a Città di Castello: ha evidenziato infatti che il nostro territorio, pur così periferico dal punto di vista socio-economico, si è rivelato aperto alle innovazioni tecnologiche in modo tale da incidere sulla vita culturale della città e da lasciare in essa un’impronta fortemente significativa.
Il 28 dicembre 1895 nasce il cinema: a Parigi i fratelli Lumiѐre propongono a un pubblico pagante la proiezione di sei brevi documentari. Già all’inizio del Novecento, attraverso teatri di posa e case di produzione, il cinema diventa arte, oltre che attività commerciale, ed assume un apparato grandioso soprattutto negli USA dove, durante il primo conflitto mondiale, le case di produzione si spostano dalla zona di New York a quella di Los Angeles; da allora si impone nel mondo lo stile hollywoodiano.
In Italia, inizialmente, le proiezioni si svolgono all’interno di altre forme di rappresentazione; lo spettacolo cinematografico è prima ambulante ma dal 1905 diventa permanente. Dopo un boom dell’esercizio cinematografico tra il 1907 e il 1908, segue un ridimensionamento dell’intera industria del settore, sostenuta prevalentemente dal sistema bancario. Con lo scoppio della Grande Guerra la produzione italiana subisce un’improvvisa caduta, dovuta alla decisione degli USA di imporre misure protezionistiche per difendere la propria industria.
A Città di Castello è il Teatro degli Illuminati nel 1902 a proiettare film, seguìto dal Teatro Bonazzi (Teatro Vittoria dal 1918) e dalle Sale Balicchi di via dei Casceri. Il 21 dicembre 1907 si inaugura la prima sala cinematografica, Cinematografo Galvani, in via Sant’Antonio. Nel 1911 viene aperto il Cinematografo Moderno; l’anno dopo il tecnico Furio Fantini rinnova l’attività e la denomina Iris. Intanto cresce l’interesse del mondo cattolico per il cinema, come ben intuisce il vescovo Liviero. Alla fine della I Guerra Mondiale un gruppo di borghesi lungimiranti intende costruire una sala, da cinematografo e da concerti, in un edificio tra via XI Settembre e piazza Fucci; il 15 settembre 1920 davanti al notaio Cecchini viene costituita la SICE (Società Industrie Cinema Eden). Il cinema Eden viene aperto al pubblico il 16 maggio 1921; alla fine dell’anno la sala cinematografica naviga a vele spiegate, ma il bilancio già mostra segnali inquietanti. Dopo un breve periodo in cui la sala è data in affitto, i soci riprendono la gestione diretta; gli spettacoli hanno un tale sèguito che, per fornire accompagnamento musicale ai film muti, si forma un’ “orchestrina” diretta da Roberto Arcaleni. Nel maggio 1923, con lo scopo di accrescere il prestigio del cinema Eden, viene inaugurato il tetto semovente riuscendo così a combinare i vantaggi di uno spazio chiuso con quelli di uno spazio aperto. Dall’agosto 1927 viene fatto l’obbligo, in tutte le sale, di proiettare ad ogni spettacolo il Cinegiornale dell’Istituto Luce, fondato da Mussolini nel 1925. Dopo la crisi economica del ’29 la rinascita del cinema italiano avviene in coincidenza con l’avvento del sonoro e del doppiaggio. Per proiettare le prime pellicole sonore, il cinema Eden beneficia di un’entrata economica fornita dall’Opera Nazionale Dopolavoro; ma nel 1935 si dovrà ricorrere all’intervento della locale Cassa di Risparmio. In questi anni il cinema Eden è denominato cinema Littorio; nel 1937 a Città di Castello tre sale (Littorio-Sant’Egidio-Vittoria) sono attive contemporaneamente e si mostrano in competizione tra loro. Nel dopoguerra Andreotti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, per mezzo della Legge n° 958 rafforza la politica protezionistica a favore del cinema italiano. Con il lento ritorno alla normalità le sale cinematografiche tifernati, oltre che proiettare film, sono usate per ospitare comizi, assemblee, feste da ballo e rappresentazioni filodrammatiche. Nel 1954 l’avvento della televisione segna una svolta epocale nella società italiana; i cinema tifernati evidenziano un lento calo di affluenza che determina il declino delle sale. Il cinema Vittoria chiude definitivamente nel maggio 1985 quando il proprietario, avv. Luigi Pillitu, è costretto a interrompere l’attività a sèguito di problematiche varie, legate alle norme di sicurezza. Il cinema Eden ha prolungato per altri trent’anni la sua attività, dopo coraggiosi tentativi di ammodernamento tecnico e strutturale portato avanti dalla sua proprietaria, prof.ssa Rosanna Mistruzzi. Nell’anno 2015 l’Eden chiude dopo quasi un secolo di esercizio.
Nella parte finale del Quaderno sono raccolte testimonianze che dànno voce a chi ricorda il fascino dello schermo, e ci fanno scoprire come, nonostante il tempo trascorso, il legame tra i cittadini e le sale cinematografiche sia ancora vivo.