Quaderno 24

CAROLINA CALABRESI

 

L’opera lirica a Città di Castello tra inizio ‘800 e secondo dopoguerra

 

Il lavoro prodotto da Carolina Calabresi vuole indagare la tradizione delle opere liriche tra ‘800 e ‘900 a Città di Castello, in particolar modo quelle messe in scena al Teatro degli Illuminati che proponeva alla cittadinanza varie attività, drammatiche e musicali. Oggetto della ricerca è un lungo periodo compreso tra il 1815, anno del Congresso di Vienna e inizio della Restaurazione, fino all’anno 1960. Le fonti principali di questo accurato lavoro sono state reperite in biblioteche, archivi ed enti pubblici e privati.

Le stagioni teatrali musicali a Città di Castello erano due: quella di Carnevale e quella che coincideva con le fiere di San Bartolomeo, alla fine di agosto. All’inizio dell’Ottocento ebbero un particolare gradimento le opere di Rossini; negli anni’30 e ’40 si allestirono opere dei due più importanti compositori del tempo: Bellini e Donizetti. Prima e dopo il 1848 prevalsero le opere di Verdi, compositore strettamente legato all’epoca risorgimentale.

Per la messa in scena delle opere più prestigiose si ricorreva a grandi nomi, ma spesso musicisti e interpreti erano tifernati. Nelle repliche alcuni interpreti rimanevano fissi mentre altri cambiavano; al fine di abbattere i costi, si ricorreva ad un solo cantante per più personaggi secondari. Per attirare pubblico dalle zone vicine, la Ferrovia Appennino Centrale organizzava treni speciali.

Lo scoppio della Grande Guerra comportò conseguenze tangibili anche nel nostro territorio e le attività musicali vennero sospese. Il teatro fu riaperto nel 1920 dopo significative opere di ristrutturazione; l’inaugurazione avvenne con un grandioso allestimento dell’Aida replicata dal 22 agosto all’8 settembre ’20. Vasta risonanza ci fu nella stampa locale e in quella nazionale per un allestimento che produsse prestigio al Teatro degli Illuminati, ma anche pesanti conseguenze economiche che porteranno dopo molti anni, nel 1938, ad un passaggio di proprietà, da privata a pubblica.

Città di Castello aveva due teatri che svolsero la loro attività sia in contemporanea che in alternanza. Il più importante è stato il Teatro degli Accademici Illuminati, inaugurato il 25 agosto 1666, e dedicato ad opere in musica o in prosa; nel corso dei secoli ha subito varie vicissitudini ma è attivo ancora oggi. L’altro teatro, voluto agli inizi dell’‘800 dalla famiglia Mancini, divenne teatro Cherubini-Scarafoni nel 1864, poi Bonazzi e infine Vittoria; era destinato sia alle opere liriche che alle rappresentazioni dei Filodrammatici tifernati.

Un musicista tifernate particolarmente eclettico è stato Roberto Arcaleni, il “Maestrino”, che si è dedicato anche all’insegnamento privato; dal suo impegno trassero le prime basi artistiche cantanti lirici, quali il baritono Lorenzo Testi, il soprano Anita Cerquetti e il tenore Adelio Alunni. Amedeo Corsi, come un vero mecenate, fu fondamentale per l’affermazione di questi giovani cantanti.

Un ampio spazio del lavoro è dedicato alla Cronologia delle rappresentazioni, ricostruita analizzando in modo puntuale documenti e fonti; sono state compilate 108 schede divise per annate (dal 1815 al 1960).

È stata redatta anche la Cronologia delle “Beneficiate”, un particolare tipo di spettacolo il cui provento, in una percentuale che poteva variare, era destinato a un artista che si esibiva in quell’occasione; per le “Beneficiate” sono state compilate 51 schede (dal 1843 al 1924).

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