DIEGO BRILLINI ALVARO TACCHINI
Guerra e Resistenza nel territorio di Monte Santa Maria Tiberina
Il n.°26 della collana Quaderni si articola in tre sezioni: “Monte Santa Maria Tiberina nel secondo conflitto mondiale” curata da Diego Brillini; “La banda del Monte” e “Il passaggio del fronte nel territorio di Monte Santa Maria Tiberina” a cura di Alvaro Tacchini.
Nel territorio preso in considerazione dalla ricerca, l’apparente normalità del Ventennio comincia a scricchiolare quando inizia la guerra: difficoltà a procurarsi merci e generi alimentari, e fenomeno degli sfollati con la relativa ricerca di alloggi. L’ordinanza di Kesserling del 21 settembre ’43 intima la consegna, da parte dei civili, delle armi compresi i fucili da caccia, che nel territorio montesco servivano per la sussistenza alimentare. L’obiettivo prioritario delle autorità fasciste rimane il reclutamento dei giovani per il servizio obbligatorio di lavoro e per il ricostituendo esercito italiano, per il quale vengono richiamate le classi 1923,’24 e ’25. Malgrado le intimidazioni molti giovani si rendono irreperibili e vanno a confluire nelle fila dei “ribelli”. A metà settembre del’43 nasce la “banda del Monte” di cui diventa capo Guerriero Baffo, uno studente fiorentino la cui madre era originaria della zona; vice-comandante della banda è l’eroico testimone Piero Signorelli, che ha soltanto 19 anni. Sia nell’Appennino umbro-marchigiano che in quello umbro-toscano si formano le prime bande di partigiani che fanno riferimento alla “Pio Borri” di Arezzo e alla Brigata “San Faustino”. Secondo la testimonianza dell’aretino Aldo Donnini, la zona di Marzana diventa il quartiere generale del movimento partigiano tra l’Aretino e l’Alta Valle del Tevere; a Piantrana viene impiantato un ”campo-ospedaletto” per curare chi ha bisogno di assistenza sanitaria. Si rivela di primaria importanza l’approvvigionamento delle armi che vengono procurate con attacchi alle caserme dei Carabinieri o alle sedi della Guardia Nazionale Repubblicana. Si verificano inoltre incursioni in varie aziende agricole per attuare espropri di generi alimentari, non essendo sufficiente il generoso sostegno della popolazione rurale. Di fronte a tante difficoltà si avverte la necessità di un coordinamento tra le bande, che viene assunto il 3 maggio ’44 da Venanzio Gabriotti; questi però viene fucilato il 9 maggio, troncando sul nascere il piano di coordinamento. L’aggressività delle bande nel territorio inoltre costringe i tedeschi ad attuare un grande rastrellamento che porta ad inevitabili perdite.
L’8^ Armata degli Alleati affida il fronte lungo l’Alta Valle del Tevere al 10° Corpo d’Armata; la 4^ divisione indiana combatte nel territorio di Monte Santa Maria Tiberina. I combattimenti che si svolgono tra l’11 e il 12 luglio ’44 danno testimonianza di eroico coraggio; l’attacco alleato avanza con tenacia su carri armati. I tedeschi non possono sostenere l’urto nemico e si ritirano; nella mattinata del 13 luglio gli alleati entrano al Monte e la popolazione comincia a rientrare nel “suo” borgo. Dopo la liberazione del Monte l’avanzamento verso Lippiano e Monterchi da parte degli Alleati è rallentato dalle mine e dagli ordigni posizionati dai tedeschi: l’Alta Valle del Tevere è diventato un vero e proprio campo minato. Una particolare attenzione è dedicata alla Battaglia di Monte Cedrone dove i tedeschi si sono arroccati per impedire agli alleati la liberazione di Città di Castello. Lo scontro, molto duro e con gravi perdite da entrambe le parti, avviene tra il 14 e il 16 luglio ’44; in questo modo viene aperta la strada verso Città di Castello, liberata il 22 luglio. Durante le operazioni belliche i partigiani non combattono a fianco degli anglo-indiani, anche se avrebbero preferito farlo; il loro ruolo si limita a quello di guide o informatori.
Il Quaderno è corredato da alcuni Allegati su cui emergono quelli riguardanti “Le giornate di guerra in Monte S. Maria Tiberina”, redatti da Don Vittorio Boscain, parroco e Arciprete del Monte, e quelli riguardanti i ”Caduti dei battaglioni delle brigate di fanteria della 4^ divisione indiana nel territorio del Monte e nella battaglia di Monte Cedrone”. Nell’Appendice si ricorda la travagliata vicenda del trasferimento della sede comunale da Lippiano a Monte Santa Maria Tiberina.
