Quaderno 20

Bei Adriano, Tacchini Alvaro
Quaderni dell’Istituto di Storia Politica e Sociale “Venanzio Gabriotti”, Istituto di Istruzione Superiore “Patrizi – Baldelli” – Istituto Tecnico per le Arti Grafiche, Città di Castello, 20, 2021.
Città di Castello

ADRIANO BEI, ALVARO TACCHINI

 

Montone nella seconda guerra mondiale

Società, Resistenza e passaggio del fronte

 

La seconda guerra mondiale, dopo il 25 luglio 1943, stava travolgendo tutta l’Italia e anche la pacifica Umbria. I suoi abitanti per lo più contadini e mezzadri, lavoravano ancora con una scarsa meccanizzazione, cercando faticosamente di migliorare la coltivazione del frumento e del foraggio e dedicandosi anche all’allevamento bovino e suino, sempre però in una forma di economia chiusa fondata sull’auto consumo familiare. Faceva eccezione solo la coltura del tabacco e della vite. La vita scorreva più o meno con i suoi riti, le sue feste, i suoi lutti, le sue lotte, le sue rabbie, con le osterie, la bocciofila e le comunità contadine, futuro nucleo di rivolta alla leva obbligatoria, alla guerra non voluta che già falcidiava migliaia di vittime sui vari fronti. Questa terra, dopo l’8 settembre del 1943, divenne terra accogliente per le bande partigiane.

È indagando in questo ambiente e ricercando e studiando le vicende storiche dopo questa fatidica data che nasce il prezioso e coinvolgente studio di Adriano Bei, presidente dell’Associazione Storicamente ARIEeS di Montone, e di Alvaro Tacchini, presidente dell’Istituto di Storia Politica e Sociale “Venanzio Gabriotti”.

L’intento degli autori è stato quello di dare una testimonianza ricca di documenti e quanto mai fedele ai fatti. riguardanti la resistenza ai nazifascisti, il passaggio del fronte e i combattimenti avvenuti per la liberazione di Montone e dei territori limitrofi.

Tanti documenti, tante voci diverse, tante fonti rendono a volte con pregnanza cinematografica quello che accadde nel piccolo borgo agreste posizionato alle pendici dell’Appennino umbro-marchigiano, al centro di numerose vie militarmente strategiche. In queste terre combatterono per la prima volta giovani che facevano parte della lotta clandestina antifascista di Città di Castello, Montone e Pietralunga. Era loro punto di riferimento Venanzio Gabriotti, che operava in città per assistere nei loro bisogni i partigiani che combattevano nelle campagne e nei monti e coordinarne l’attività. Assieme a Gabriotti operava come suo braccio destro, il giovane Aldo Bologni, “che fin dall’inizio entrava a far parte del movimento di resistenza, segnalandosi per il suo ardente amor di patria e profonda sete di libertà” e che, unico partigiano, cadde vittima dei tedeschi nella battaglia di Montone.

La attaglia di Montone del 6 maggio 1944 fu l‘evento più importante della storia della Resistenza armata. Fece sentire la pressione armata sulle retrovie tedesche: “mettendone a repentaglio le comunicazioni. dimostrò quanto fosse ostile il territorio locale; dall’altro, minò ulteriormente l’immagine del fascismo, ormai chiaramente incapace di garantire l’ordine pubblico e di reprimere un movimento di opposizione che andava sempre più allargandosi”.

Intense e vive si susseguono le pagine che descrivono il passaggio del fronte bellico a Montone e l’avvio della ricostruzione e il ritorno della democrazia. Interessanti e molto preziosi per una conoscenza dei fatti più profonda sono i numerosi documenti militari anglo-indiani, fra i quali spiccanono in modo particolare la narrazione del 1° battaglione del King’s Own Royal Regiment (Lancaster) e le pagine che ricordano i caduti della X Divisione Indiana a Montone e nel territorio limitrofo. Fra di essi figura l’eroe Yeshwant Ghadge, decorato con la Victoria Cross, la massima onorificenza militare del Commonwealth.

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