Venanzio Gabriotti nella Grande Guerra

A cura di Pellegrini Marcello
Petruzzi Editore, Città di Castello, 2005.
Città di Castello

Venanzio Gabriotti nella Grande Guerra

 

A cura di Marcello Pellegrini

 

 

Nipote di Gabriotti, Marcello Pellegrini ne ha raccolto e conservato l’archivio familiare. L’insieme della documentazione sul periodo della Grande Guerra – incluse le agende annuali del 1917, 1918 e 1919, nelle quali Gabriotti annotava gli eventi giornalieri – hanno reso possibile quest’opera che rivela aspetti significativi di quel conflitto e dell’apporto ad esso dato dal più illustre eroe altotiberino dei tempi recenti.

La trascrizione dei testi è opera appunto di Marcello Pellegrini, che dall’esame di questi documenti è stato spinto a curare una ampia e interessante raccolta di pubblicazioni di vari autori e di varia tipologia sulla Grande Guerra, che ha lasciato in eredità all’Istituto Gabriotti.

Pur avendo trascritto anche il Diario di Gabriotti relativo al 1943-1944, Pellegrini ha, in un certo senso, amato in maniera particolare i ricordi dello zio durante la prima guerra mondiale, li ha raccolti e tramandati, come se volesse, tramite i documenti presenti nell’archivio familiare, ricostruire questo periodo della sua vita che rischiava di rimanere in ombra a confronto con gli avvenimenti della seconda guerra mondiale, ma che egli considerava significativo e ricco di aspetti degni di riflessione.

In effetti la presenza e l’attività di Venanzio Gabriotti nella Grande Guerra è stata ricca di ideali e di insegnamenti. Egli si arruolò come volontario, nonostante fosse stato riformato; molti cattolici infatti in quel periodo sentivano che attraverso la guerra la Chiesa poteva ritrovare un ricongiungimento coi destini della nazione. Da questa esperienza sono sorte alcune testimonianze raccolte e valorizzate da Pellegrini: il fascicoletto Ai soldati del 43° fanteria. Per ricordare; molti articoli del foglio locale “Il Dovere”; le agende manoscritte.

Venanzio Gabriotti – il combattente altotiberino nella Grande Guerra col maggior numero di decorazioni – affermava che i sacrifici della fanteria li può comprendere solo chi li ha vissuti. Nei suoi appunti e diari, la prima guerra mondiale è infatti descritta negli aspetti più drammatici e umani. Non mancano momenti crudi, come il ricordo della fucilazione di un soldato (Diario. 21 gennaio 1917: fucilazione del soldato Modica), resosi colpevole di non sappiamo quale trasgressione, ma non manca nemmeno il racconto di momenti di lotta all’ultimo sangue e, per contrasto, la segnalazione della generosità dei soldati che, dopo la fine della guerra, rinunciavano a parte del loro rancio per nutrire le popolazioni locali, prive di ogni mezzo di sussistenza e aiuto, perché ex-sudditi dell’impero austriaco.

Nella prefazione al testo Maria Cristina Giuntella affermava che i Diari di guerra (come era appunto quello di Venanzio) costituiscono un grandioso esame di coscienza europeo. Per questo la lettura del testo trascritto e curato da Marcello Pellegrini è così importante per noi.

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