GIULIO PASQUI
Il passaggio del fronte a Citerna.
Documenti e testimonianze
La ricostruzione del passaggio del fronte a Citerna poggia sull’esame di testimonianze, fra cui quella di don Angelo Ascani e la Cronaca di una suora francescana, rimasta anonima. Dopo che gli alleati sono attestati nella zona di Monte Santa Maria Tiberina, il 12 luglio 1944 le prime cannonate colpiscono Citerna: i tiri dell’artiglieria su Villa Manzoni, sede del comando tedesco, provocano morti e numerosi feriti che, trasportati nei locali a pianterreno del Comune, sono curati dal prof. Berti. All’alba di quella tragica notte la madre superiora, suor Veronica, accoglie oltre un centinaio di persone nella cantina-rifugio del convento. Per molti giorni è tutto un susseguirsi di bombardamenti ad ore determinate tra un fronte e l’altro.
Domenica 16 luglio 1944 si compie un evento infausto per la comunità citernese: viene abbattuta la torre della Rocca perché d’impedimento alla traiettoria delle granate; mentre don Angelo Ascani celebra la Messa delle ore 11, la torre crolla con grande fragore ed enormi massi arrivano fino al convento, ostruendo la strada. Il monastero accoglie tutta la gente del paese in un caos indicibile. Nella notte del 25 luglio 1944 il fuoco incessante dei cannoni abbatte la chiesa e un’intera ala del convento; poi, intorno alle 2.30 del 26 luglio, un improvviso grande silenzio è rotto solo dagli ultimi passi dei tedeschi che si allontanano.
Le vicende della guerra a Pistrino sono rievocate da numerose testimonianze, fra cui il Diario di don Serafino Rondini, i manoscritti del falegname Igino Guerrieri e di Rino Rossi e la testimonianza di Pilade Marinelli, adolescente all’epoca dei fatti. Verso la metà del mese di giugno 1944 Pistrino è sconvolta dai fatti di guerra. Si verifica un transito ininterrotto di macchine di ogni tipo e forma, a cui si alterna quello dei cavalli; tale movimento è accompagnato dalla razzia di tutto ciò che può essere trafugato. I tedeschi in ritirata sono colpiti dai bombardamenti degli alleati. A fine giugno, fuggite le autorità civili e politiche, regna l’anarchia: l’ammasso del grano (3.800 quintali) è completamente saccheggiato.
Il 25 luglio 1944 scoppia una violenta battaglia che coinvolge in modo drammatico tutta la popolazione civile, che si disperde cercando rifugio e scampo ai colpi di cannone. Nella fuga dalla canonica viene colpita suor Matilde Beni, che rimane a terra, ormai cadavere, fino al mattino seguente. Anche don Serafino Rondini viene ferito gravemente; soccorso in un’abitazione vicina, si spegnerà durante la notte dopo essersi fatto togliere dai pantaloni il testamento macchiato di sangue ed essersi amministrato l’estrema unzione. Il bilancio della battaglia è pesante: numerosi morti tra i civili, il 70% del paese devastato; il campanile e la casa canonica hanno subito ben trenta colpi di cannone. Il comune di Citerna paga un pesante tributo di sangue: al passaggio del fronte si registrano ben 26 vittime civili.
Il Quaderno – presentato il 30 maggio 2015 insieme al n. 9 – tributa un riconoscimento anche al coraggio del farmacista Nicola Rotondella che, sfollato da Roma a Citerna nel febbraio 1944, diventa animatore del comitato di liberazione locale con l’ing. Adolfo Dolfi e il prof. Amedeo Mastriforti. Durante il passaggio del fronte cura malati e feriti; informa la popolazione dei movimenti degli alleati, attingendo notizie da una radio clandestina situata in località Vingone; non permette azioni violente contro i tedeschi, evitando drammatiche ritorsioni sulla popolazione civile.